Ciao a tutti!
Procede il lento lavoro di “catalogazione” delle mie passate creazioni per fashion dolls. Nei post più recenti mi sono occupata di una nuova categoria. Potremmo definirla lo scatolone dei pezzi anonimi, uno zibaldone di lavoretti di cui non ricordo la data e che non ho numerato insieme agli altri, vuoi perché non sono stati completati secondo il piano iniziale, vuoi perché sono stati realizzati su commissione e dunque non li ho più qui con me. Questi saranno inseriti nella categoria delle “creazioni varie”.
Creazioni per Barbie OOAK varie 02: Le prime Barbie “sacrificate”.
Se siete appena approdati sulle pagine del blog EleC’s World e vi siete persi i post precedenti della “serie”, niente paura: potete ritrovarli tutti consultando il tag #creations .
Quelle che vi mostro oggi sono le prime tre OOAK realizzate con bambole Barbie. Non cloni o fashion dolls di marchio super economico, dunque, ma bambole originali Mattel.
Niente paura. Data la mia totale incapacità non ebbi l’ardire di utilizzare Barbie in buono stato, integre; sfruttai invece alcuni relitti che poco avrebbero perso anche in caso di errori clamorosi e irrimediabili.
La prima, recuperata in uno dei tanti “blocchi” trovati in qualche mercatino delle pulci, era ridotta in uno stato pietoso. Probabilmente un vero “artista di ooak” l’avrebbe semplicemente scartata, o almeno il corpo sarebbe finito nella spazzatura.
Io però non avevo niente da perdere, non ero capace di lavorarci sopra in modo decente e, soprattutto, non operavo per la vendita.
Se si crea qualcosa per gli altri si ha il dovere, se non altro etico, di utilizzare un prodotto integro e consegnarlo altrettanto integro, possibilmente migliorato, non certo una bambola rotta!
Nel mio caso, invece, il fatto che ormai fosse totalmente compromessa mi rese libera di fare dei tentativi senza problemi di nessun tipo.
Eccola qua:
Il volto era quasi completamente cancellato, le gambe divaricate e piegate verso l’esterno, il collo spezzato, i capelli un groviglio di nodi e con parecchi spot vuoti attorno alla fronte, ma le parti più malmesse erano le estremità di braccia e gambe. Dei piedi erano rimasti due moncherini, mentre le mani erano ridotte a due palette schiacciate e mordicchiate, anzi, proprio masticate a volontà!
Ed ecco com’è diventata con impegno e qualche compromesso.
I piedi sono stati nascosti dentro un paio di scarpine rosse non originali Mattel. Essendo rimasta meno della metà di ogni piedino ho dovuto fermare le scarpine fissando al loro interno un nastrino di raso rosso poi legato alle caviglie come un cinturino, per far sì che non scivolassero via.
Purtroppo in foto questo dettaglio non si vede.
Una soluzione d’emergenza simile ho ideato per le manine o quel che ne restava. Dopo aver tagliato con il cutter le parti di plastica che le rendevano troppo larghe e deformi, ho cucito due guanti rossi a manopola, chiudendoli direttamente su ogni mano, così da coprire le due estremità martoriate in modo permanente.
Ho tenuto in posa le gambe con altri due semplici nastrini di raso, uno legato all’altezza delle ginocchia ed uno a metà polpaccio, il che ha permesso di chiuderle e drizzarle. Non è una soluzione ideale da un punto di vista estetico, ma con l’abito lungo viene tutto nascosto.
I capelli con una bella strigliata prima con ammorbidente e poi tanto balsamo sono venuti perfetti e lucentissimi.
Cosa? Dite che il balsamo non serve sui capelli sintetici? E’ vero, le proprietà districanti del balsamo non hanno effetto su capelli non veri, ma rendendoli comunque scivolosi esso permette di pettinarli molto più facilmente e quindi riduce il numero di quelli che restano sul pettine.
Ho fatto dei morbidi boccoli con il metodo della cannuccia e ho coperto i buchetti sul bordo della fronte con una ciocca riportata dalla zona superiore e fermata dietro la nuca. La fascia di raso rossa sul capo permette di nascondere gli spazi rimasti vuoti e la piccola codina in alto crea un po’ di volume.
Infine, il volto è stato parzialmente ridipinto. Mi scuso per la qualità del repaint ma è davvero complicato farci la mano. Diciamo che ci ho provato!
Il vestito… beh, ho tentato di cucire qualcosa che si adattasse agli aggiustamenti cui ho appena accennato.
Altra Barbie già compromessa. Credo si tratti della Black Barbie 1979 (quella in abito rosso e oro, ricordate?), con uno strano colorito non omogeneo sul volto, buchi sulla fronte e capelli neri di lana!
Ne ho fatto una specie di – improvvisata – regina luccicante. Il vestito è tutt’altro che preciso e rifinito, ma è di carta! Un tessuto non tessuto (quello a fantasia azzurra) che rivestiva un uovo di Pasqua artigianale e carta argentata per addobbi natalizi.
Passiamo alla terza vittima sacrificale.
Non vi so descrivere in che stato si trovasse, posso solo dire che era in condizioni ancora più disperate della precedente ma non ricordo i dettagli. Lo so per certo solo perché, conoscendomi, è l’unica spiegazione possibile alla soluzione per cui optai all’epoca: coprire tutto (tranne le mani, in questo caso)!
Visto che non era recuperabile ho avuto l’idea di trasformarla in una maschera del carnevale di Venezia.
Il materiale usato è tulle recuperato da sacchetti di bomboniere e una carta/stoffa degli addobbi natalizi.
Solo un chiarimento: il volto non è dipinto sulla bambola, ma è una vera maschera, realizzata in cartapesta e tenuta ferma dal copricapo legato successivamente.
Terza e ultima bambolina, per oggi.
Questa appartiene alla mia infanzia, una delle primissime con cui ho giocato. Le bambole che ho più amato sono quelle ridotte peggio e questa lo era. I capelli non esistevano praticamente più, il visino è sbiadito e le sopracciglia in parte cancellate. In questo caso però, proprio perché le sono affezionata, non ho messo mano in alcun modo al suo volto.
Ho invece tentato una sostituzione della chioma e mi vergogno a dire che per fare ciò ho usato il cotone da ricamo.
I capelli per reroot costavano non poco ed io, principiante assoluta, non me la sono sentita di spendere per un semplice esperimento. Così ho fatto di necessità virtù trovando questa soluzione alternativa.
Tutto l’abito, in un unico pezzo comprese 4 sottogonne, è realizzato in cotone all’uncinetto, così come il cappellino.
Lo scialletto in pizzo proviene da una bomboniera, così come la rosellina.
La morale: delle bomboniere non si butta niente!
Per oggi è tutto, ma preparatevi ad altri “pasticci”!
Spero di aver dato a qualche creativo l’ispirazione per realizzare qualcosa di nuovo, e anche qualche dritta su come fotografare le proprie modelle in miniatura.
Avete domande? Curiosità? Non esitate a scriverle nei commenti!
A prestissimo!!