Pubblicato il: 17 Aprile 2019 alle 13:42

15 aprile 2019: Parigi, Notre Dame brucia!

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Sono passati due giorni, ma voglio comunque scrivere di questo fatto, che mi ha particolarmente colpita.
Nel pomeriggio di lunedì 15 aprile un grande incendio si è sprigionato dai tetti della cattedrale simbolo di Parigi: Notre Dame, e per ore ha tenuto i Francesi e tutto il mondo con il fiato sospeso.

L’incendio è stato domato dai vigili del fuoco solo il mattino successivo, dopo molte ore di duro lavoro e di apprensione.
Oggi possiamo parlarne con più serenità, anche perché le notizie sono parzialmente rassicuranti e i danni, seppur notevolissimi, inferiori a quanto si fosse temuto.


Notre Dame: la Cattedrale e la sua storia

La Cattedrale di “Notre Dame” (che significa “Nostra Signora” con evidente riferimento alla Vergine Maria) si trova nella parte orientale dell”Île de la Cité (Isola della città), un’isolotto sulla Senna, proprio nel centro di Parigi. Essa è una delle costruzioni gotiche più celebri al mondo ed uno dei monumenti più visitati di Parigi, uno dei simboli di Parigi, della Francia e della Chiesa Cattolica, nonché Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.

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Notre Dam: facciata
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Notre Dame: vista laterale

La prima pietra venne posata nel 1163, alla presenza di papa Alessandro III. 
La Cattedrale è stata edificata in stile gotico ed è a cinque navate. La costruzione della struttura originaria fu terminata nel 1182. In tempi successivi vennero poi costruiti il transetto e le altre parti della struttura, come la facciata (1208-1218). In seguito, con svariati interventi nel tempo, vennero apportate modifiche alle finestre, ai rosoni, vennero aggiunte cappelle laterali, allungato il transetto e via dicendo.
Furono edificate le due torri campanarie ai lati della facciata, la torre sud terminata nel 1240 e la torre nord nel 1250.
Da quel momento in poi, tramite successivi interventi di modifica di entità minore e restauri, l’edificio arrivò ad assumere, intorno alla metà del XIV secolo, la struttura odierna.

 

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Notre Dame: planimetria dell’edificio attuale

Il primo grande restauro lo si ebbe alla fine del XVII secolo, per volere del re di Francia Luigi XIV, per adempiere ad un voto fatto da suo padre Luigi XIII che, nel 1638, in seguito alla nascita del primo figlio ed erede, dedicò il regno di Francia alla Madonna e si impegnò a costruire un nuovo altare per la cattedrale di Parigi.

Altri rilevanti interventi vi furono nella seconda metà del XVIII secolo. Nel 1756 le vetrate policrome del cleristorio furono sostituite con vetri bianchi per far entrare più luce all’interno della chiesa, ed a questo stesso scopo le pareti furono ricoperte con intonaco chiaro. Successivamente venne modificato il portale centrale eliminando la colonna centrale e parte dell’apparato decorativo della lunetta, per favorire il passaggio delle processioni.

Durante la Rivoluzione francese (1789-1799), la chiesa venne devastata: tutti gli oggetti in metalli preziosi vennero fusi per farne denaro. Nell’ottobre del 1793, per ordine della Comune di Parigi, tutte le statue della facciata furono distrutte e così anche la flèche (che è la sottile e alta guglia in metallo che si trova all’incrocio dei due bracci della croce latina che costituiscono la pianta dell’edificio).

In seguito la chiesa venne usata per altri scopi non liturgici, fino a quando, con il Concordato del 1801, firmato da Napoleone Bonaparte e papa Pio VII, la cattedrale tornò alla Chiesa cattolica e, dopo un sommario restauro, tornò a ospitare la celebrazione della Messa.
Il 2 dicembre 1804 venne solennemente celebrata nella cattedrale l’incoronazione di Napoleone come imperatore di Francia.

Dopo i danni della Rivoluzione francese e le sommosse anti-legittimiste del 1830 e 1831, era necessario un importante intervento di restauro: sebbene fosse stata riaperta al culto, la chiesa versava in pessime condizioni. Alcuni interventi furono fatti nel 1817 con il restauro del telaio del tetto e degli archi rampanti del coro; negli stessi anni venne arricchito l’arredo interno della cattedrale. 
Un importante ruolo nella campagna di sensibilizzazione per il restauro della cattedrale lo ebbe lo scrittore Victor Hugo con il suo romanzo Notre-Dame de Paris, pubblicato nel 1831 (ne parleremo in seguito).

Oltre ai restauri, necessari per riportare l’edificio al suo antico splendore, venne anche aggiunta una nuova sacrestia.
I restauri ebbero come “filo conduttore” l’obbiettivo di ricondurre la cattedrale alle originarie caratteristiche medievali, creando unità e coerenza di stile, pur mantenendo apporti di elementi architettonici ed artistici anche di epoche successive.
Vennero quindi eliminati l’intonaco delle pareti e il rivestimento marmoreo degli archi nell’area dell’abside; le finestre dei matronei e delle cappelle laterali vennero nuovamente sostituite da vetrate policrome. Furono inoltre affrescate le cappelle laterali.

Esternamente, i contrafforti e gli archi rampanti vennero restaurati e rinforzati e, quelli che non li avevano più, completati con pinnacoli. Venne inoltre ricostruita nel 1858-1859 la flèche. Anche la facciata fu oggetto di un importante restauro, che comportò il ripristino dei bassorilievi dei portali e la ricostruzione delle varie statue. Le bifore alla base delle due torri vennero aperte nuovamente e realizzata una bassa copertura a spioventi per i due campanili.

Terminati i lavori, la cattedrale venne solennemente consacrata il 31 maggio 1864.

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Notre Dame: vista dall’alto

Tra il 1860 e il 1870 fu creata una grande piazza di fronte al sagrato della cattedrale, demolendo varie antiche costruzioni.
L’edificio venne risparmiato durante le due guerre mondiali.

Nel 1938 furono installate ventiquattro vetrate in stile moderno, dodici per il cleristorio della navata centrale ed altrettante per il matroneo, ma furono poi rimosse in seguito ad una serie di aspre critiche. Nel 1952, venne affidato a Jacques Le Chevallier l’incarico di realizzare nuove vetrate basate sul disegno di quelle degli anni trenta, le quali vennero installate tra il 1963 e il 1967.

Negli anni novanta la cattedrale fu oggetto di restauri sia interni, con l’ampliamento dell’organo maggiore, sia esterni, con una radicale pulizia della facciata principale, terminata in occasione del giubileo del 2000.
Nel 2004 venne realizzato il nuovo presbiterio.

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Notre Dame: interno
In occasione dell’850º anniversario della fondazione della cattedrale è stata fatta una serie di migliorie all’edificio, con la realizzazione di un nuovo allestimento per il museo del Tesoro, il restauro dell’organo e l’installazione di un nuovo apparato di illuminazione interna.
La chiesa è stata inoltre dotata di un nuovo concerto di nove campane.

Papa Giovanni Paolo II ha visitato la cattedrale e vi ha celebrato la messa il 30 maggio 1980 (sul sagrato) e il 22 agosto 1997 (all’interno della chiesa) in occasione della beatificazione di Frédéric Ozanam, mentre papa Benedetto XVI, il 12 settembre 2008, ha presieduto nella cattedrale la celebrazione dei vespri.

Arriviamo così ai giorni nostri e alle vicende del 15 aprile, quando la cattedrale è stata colpita da un grave incendio che ha provocato il collasso della flèche e del tetto, con il crollo di alcune porzioni di volta nella navata centrale e nel transetto. Il lavoro incessante dei vigili del fuoco è riuscito a mettere in salvo la struttura portante e gran parte delle opere d’arte, tra cui quelle presenti nel tesoro della cattedrale. Il giorno successivo, il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, durante il suo discorso alla nazione riguardo al disastro, ha annunciato la ricostruzione della cattedrale in un arco di tempo di cinque anni. In poco meno di una settimana le donazioni per la ricostruzione del tetto sono ammontate a 1 miliardo di euro!

Incendie Notre Dame de Paris.
15 aprile 2019: Incendio a Notre Dame

La Cattedrale di Notre Dame è stata teatro di importanti celebrazioni religiose come matrimoni, battesimi e funerali reali e di grandi personalità, oltre ad altri eventi storici non solo di carattere religioso. E’ stata la custode di importanti reliquie, tra cui la corona di spine, che si ritiene quella posta sulla testa del Cristo durante la passione e crocifissione.

Tralasciando tutte le caratteristiche architettoniche (se interessati vi rimando QUI , alla pagine di Wikipedia) ed artistiche, che renderebbero questo post troppo lungo e tecnico, vorrei ricordare la presenza dei pregiatissimi rosoni policromi, che si è temuto di perdere nell’incendio e che invece si sono fortunatamente salvati. 

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Notre Dame: rosoni e finestre policrome

Sino all’incendio del 15 aprile 2019 che lo ha distrutto integralmente, il tetto della cattedrale era ancora quello originario, terminato nel 1326, formato da tegole, costituite da lastre di piombo, poggiate su un telaio di sostegno in legno di quercia.  Dei telai originari, realizzati tra il 1220 e il 1240, erano rimasti quelli nell’area della navata e del coro, mentre quelli del transetto e di sostegno alla flèche erano frutto della ricostruzione ottocentesca.

Elemento importante è la  flèche, che già ho nominato più volte. Si tratta della alta e sottile guglia metallica che si trova sul tetto, all’incrocio tra il transetto, il coro e la navata centrale. E’ un elemento particolarmente importante perché  è caduta rovinosamente durante l’incendio di due giorni fa, andando a costituire una delle immagini più drammatiche di quei momenti.
La guglia originaria, costruita nel 1250 circa con la funzione di terzo campanile, era stata demolita nel 1792. Successivamente ne fu costruita un’altra nel 1858-1859, che era proprio quella distrutta nell’incendio. Questa era alta 45 metri, costituita da una struttura portante in legno e ricoperta di piombo.
Sulla sua sommità si trovava una statua in rame raffigurante un gallo (danneggiata ma non distrutta dall’incendio), contenente una spina tratta dalla Corona di spine e due reliquie di san Dionigi e di santa Genoveffa ivi collocate nel 1935.
La flèche era affiancata da quattro gruppi di statue in rame raffiguranti i dodici apostoli e i simboli dei quattro evangelisti. Queste sculture sono sopravvissute all’incendio perché erano state rimosse quattro giorni prima per il restauro. 

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Notre Dame: la flèche
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Notre Dame: la Corona di spine

Vi rimando nuovamente alla pagina di Wikipedia, QUI,  anche per ulteriori dettagliate informazioni sull’interno della chiesa, sugli arredi, sulle opere d’arte, sugli oggetti sacri e preziosi conservati nel museo e sulle reliquie, tutto di indubbio interesse storico, artistico e religioso.
A me però preme proseguire nel mio percorso “mentale” e parlarvi delle campane.

Quando si pensa a Notre Dame è impossibile non pensare alle campane, e voi tutti sapete benissimo il perché! Vero?!
Dunque, attualmente le due torri campanarie ospitano 10 campane (in passato erano 20!), due nella torre sud e otto nella torre nord, ognuna con il proprio nome: Emmanuel, Marie, Gabriel, Anne-Geneviève, Denis, Marcel, Étienne, Benoît-Joseph, Maurice, Jean-Marie.
Le campane della cattedrale suonano non soltanto prima delle celebrazioni liturgiche, ma anche, tra le 8 e le 21, ogni quarto d’ora. 


Notre Dame nell’arte e nell’immaginario collettivo

Notre Dame ha ispirato esponenti di ogni campo dell’arte, al di là degli architetti, pittori, scultori e tutti coloro che hanno contribuito alla sua edificazione e decorazione. Pittori, musicisti, scrittori, sceneggiatori e così via.
Su tutte queste trasposizioni artistiche della figura affascinante di Notre Dame, io vorrei soffermarmi sulle tre che conosco meglio e che mi hanno colpita maggiormente:

  • Il romanzo di Victor Hugo: Notre-Dame de Paris
  • Il musical di Luc Plamondon e Riccardo Cocciante: Notre-Dame de Paris
  • Il film d’animazione della Disney: Il Gobbo di Notre Dame

Victor Hugo: Notre-Dame de Paris

“Notre-Dame de Paris” è un romanzo a sfondo storico di Victor Hugo. Pubblicato nel 1831, venne immediatamente accolto con grande favore, superando le censure del tempo. È ambientato nella Parigi basso medievale, al tempo di re Luigi XI di Francia.

Non voglio ora raccontarvi la trama, descrivervi i personaggi e svelarvi le caratteristiche, non posso e non voglio rovinare la sorpresa a chi di voi non lo avesse ancora letto (o come si dice per essere alla moda: non voglio spoilerarvi nulla!).

Mi limito a dire che, a mio giudizio, si tratta di un vero capolavoro. La complessità e ricchezza dei personaggi, il modo in cui essi sono inseriti nel contesto storico, politico e sociale dell’epoca, epoca di cui ci vengono date, direttamente o indirettamente, tantissime informazioni: com’era formata la società, qual era l’influenza della chiesa e del clero, le credenze, i pregiudizi, le superstizioni, l’emarginazione dei diversi, i privilegi e le differenze tra le classi. Vengono affrontati temi delicati e descritti sentimenti profondi e pulsioni violente, e tutto ciò ruota attorno alla imponente sagoma della cattedrale di Notre Dame, simbolo di un’epoca.

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Victor Hugo: Notre-Dame de Paris (1831)

Luc Plamondon e Riccardo Cocciante: Notre-Dame de Paris

Si tratta di uno spettacolo musicale – o musical che dir si voglia – scritto da Luc Plamondon e messo in musica da Riccardo Cocciante, tratto dall’omonimo romanzo di Victor Hugo.

Anche in questo caso non voglio raccontarvi niente, non vi parlerò della trama, ma sappiate che io LO ADORO! Le musiche, quasi tutte, mi fanno venire i brividi, poi ci sono le mie preferite che ormai conosco a memoria.
Nella mia personale classifica, come musical, è secondo solo al Fantasma dell’Opera di Andrew Lloyd Webber, che da anni non mi stanco davvero mai di ascoltare ed è in cima alla mia classifica.

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Notre Dame de Paris – Il Musical

L’opera debutta a Parigi nel 1998 con la regia di Gilles Maheu, il quale, seguendo i desideri degli autori, anziché sviluppare l’azione teatralmente come in un classico musical, allestisce uno spettacolo in forma semi-scenica, con scenografie e cantanti in costume, i quali tuttavia interagiscono solo parzialmente, interpretando i brani in forma quasi concertistica, alternandosi al corpo di ballo che esegue le coreografie separatamente.

Il successo travolgente della produzione parigina spinge gli autori ad esportare lo spettacolo, realizzando adattamenti in numerose nazioni. Dal debutto parigino al 2008 lo spettacolo è stato portato in scena in Francia, Corea del Sud, Belgio, Svizzera, Canada, Russia, Spagna, Italia, Regno Unito e USA.

La versione italiana debutta a Roma il 14 marzo 2002 con i testi italiani di Pasquale Panella, cui è seguita una lunga serie di repliche, più un tour passato anche per l’Arena di Verona (da dove è stata trasmessa una diretta nazionale dello spettacolo su Rai Uno nel giugno 2012).

Accolto con un successo senza precedenti nel paese d’origine (è tuttora lo spettacolo musicale di maggior successo nella storia di Francia), Notre Dame de Paris ha suscitato la viva ammirazione di gran parte della critica francese, soprattutto per quanto riguarda i testi di Plamondon e le musiche di Cocciante. 
In Italia lo spettacolo ha fatto segnare, ad oggi, un totale di 3.5 milioni di spettatori, con oltre 1200 repliche all’attivo, toccando 46 città.
In tutto il mondo l’opera ha superato i 15 milioni di spettatori con oltre 4500 repliche rappresentate.

Solo un piccolo assaggio di uno dei brani più noti, in italiano:

Il Gobbo di Notre Dame (Walt Disney – 1996)

Il gobbo di Notre Dame (The Hunchback of Notre Dame) è il 34º Classico Disney, basato sul romanzo Notre-Dame de Paris di Victor Hugo. La trama è incentrata su Quasimodo, il deforme campanaro della cattedrale di Notre-Dame, e sulla sua lotta per farsi accettare nella società.
E’ considerato uno dei Classici Disney più cupi in quanto esplora temi maturi come l’infanticidio, la lussuria, la dannazione, il genocidio e il peccato (seppur, bisogna dirlo, con toni  edulcorati e molto più blandi rispetto alla versione originale del romanzo e anche del musical sopra citato).

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Il Gobbo di Notre Dame (Disney 1996)

Il gobbo di Notre Dame fu distribuito negli Stati Uniti il 21 giugno 1996, ricevendo recensioni in gran parte positive e diventando un successo commerciale con oltre 325 milioni di dollari incassati nel mondo. La colonna sonora fu candidata all’Oscar e al Golden Globe. Il film ha dato origine a un sequel destinato al solo home-video: Il gobbo di Notre Dame II, uscito nel 2002.

Come ormai sapete, mi astengo dal raccontare trama e descrivere personaggi, ma vi consiglio di guardarlo, almeno lo consiglio a quei pochissimi che ancora non dovessero averlo fatto.

Il film entrò in produzione nell’estate del 1993. A ottobre i registi Gary Trousdale e Kirk Wise, il direttore artistico David Goetz, Roy Conli, Ed Ghertner, Will Finn, Alan Menken e Stephen Schwartz fecero un viaggio a Parigi per dieci giorni; tre giorni furono dedicati all’esplorazione di Notre-Dame incluso un tour privato di siti poco visitati come passaggi reali, scale, torri e una camera nascosta all’interno della quale Hugo ambientava le sue azioni. 

Lo sceneggiatore Tab Murphy fu incaricato di scrivere la sceneggiatura, e fu presto deciso che Quasimodo (il campanaro deforme che vive nascosto nelle torri campanarie di Notre Dame, in quanto diverso e proprio per questo tenuto celato a tutti) avrebbe dovuto essere al centro della storia. Secondo Murphy, originariamente era stata concepita una storia d’amore tra Quasimodo ed Esmeralda, ma fu “deciso di rendere Febo (il cavaliere di cui la zingara Esmeralda è innamorata) più eroico e centrale per la storia. Da tale decisione è cresciuta l’idea di una sorta di un triangolo tra Quasimodo, Esmeralda e Febo”. Tante altre differenze con la trama originale si trovano nel film disney, ma forse la più evidente è la conclusione: qui c’è il lieto fine.

Degna di nota è la colonna sonora (ebbene sì, io sono particolarmente sensibile alla musica).
Le canzoni del film sono “The Bells of Notre Dame” per Clopin, “Out There” per Quasimodo e Frollo, “Topsy Turvy” per Clopin, “God Help the Outcasts” per Esmeralda, “Heaven’s Light” e “Hellfire” per Quasimodo e Frollo, “A Guy Like You” per i gargoyle e “The Court of Miracles” per Clopin e gli zingari.

La mia preferita? “God Help the Outcasts” (che in italiano è diventata “Dio fa qualcosa”), cantata da Esmeralda all’interno di Notre Dame.

Se non lo avete ancora fatto, vi consiglio di leggere e guardare queste opere, soprattutto alla luce dei tragici fatti di questi ultimi giorni.


Le News sull’incendio

Dopo questo excursus storico/artistico per conoscere meglio la cattedrale di Notre Dame, torniamo alle notizie e alle informazioni di attualità: l’incendio.
E’ divampato nel tardo pomeriggio del 15 aprile 2019.

L’evento ha provocato all’edificio danni significativi, tra cui il crollo della flèche e del tetto, e ha causato il ferimento di tre persone: due agenti di polizia e un vigile del fuoco, intervenuti per spegnere le fiamme.

L’incendio si è originato nel sottotetto alla base della flèche; secondo i vigili del fuoco, le fiamme si sono originate su uno dei ponteggi installati sul tetto dell’edificio per lavori di restauro in corso d’opera proprio in questo periodo. Le fiamme si sono poi diffuse velocemente, raggiungendo l’intero tetto e distruggendolo completamente.

Un primo allarme antincendio pare fosse stato segnalato alle 18:20. Dopo una procedura di controllo, senza aver rilevato alcun incendio, viene chiesto ai visitatori di evacuare l’edificio. Due minuti dopo che le persone presenti sono rientrate nell’edificio, alle 18:43, un addetto alla sicurezza scopre le fiamme sul telaio, attivando un secondo avviso. Arrivati quindici minuti dopo il secondo allarme, i vigili del fuoco non riescono a domare l’incendio.
Molti testimoni assistono alla scena, tanti parigini e turisti restano ore in piedi, a osservare da lontano il triste spettacolo, così come abbiamo fatto noi davanti alla TV, uno spettacolo tremendo per tutto ciò che la cattedrale rappresenta e per la perdita enorme che si prefigurava.

Alla proposta di far cadere l’acqua a bassa quota tramite l’utilizzo dei Canadair, la Direzione della Sicurezza Civile riferisce di non voler ricorrere a questa soluzione poiché il peso dell’acqua potrebbe indebolire la struttura della cattedrale.
Intorno alle 22:50, il generale Jean-Claude Gallet, comandante dei vigili del fuoco di Parigi, ha annunciato che le torri erano salve.
Ieri, 16 aprile, intorno alle 4:00 del mattino, il tenente colonnello Gabriel Plus, portavoce dei vigili del fuoco di Parigi, ha annunciato che l’incendio era sotto controllo e che era parzialmente estinto.
Alle 9:50, ha riferito che l’incendio era stato spento e che era necessario  passare alla fase d’ispezione per esaminare tutte le strutture e fare una prima stima dell’entità dei danni.

Il Ministero della Cultura francese ha annunciato che molti tesori, come la Sacra Corona di spine e la tunica di San Luigi (una camicia appartenuta al re Luigi IX), sono stati salvati, così come altre reliquie e molte opere d’arte, fortunatamente.

Ingenti donazioni stanno giungendo per la ricostruzione ed il ripristino della Cattedrale, bel segno della sensibilità di tante persone davanti a gravi perdite come questa.
QUI  trovate ulteriori informazioni sulle dinamiche dell’incendio, sulle donazioni e sui progetti di ricostruzione e restauro futuri.

Nel momento di panico, Vittorio Sgarbi ha rassicurato, dicendo che, con le dovute risorse economiche e le persone competenti, oggi siamo in grado di rifare tutto ciò che fu fatto in passato e anche meglio, quindi non c’è da disperarsi per la struttura dell’edificio.
La cosa positiva, aggiungo io, è che non ci sia stata alcuna vittima.

Alcune brevi immagini di quei momenti:

Aggiornamento giovedì 25 aprile: 

  • Le Bras Freres, società edile che montava le impalcature attorno alla guglia di Notre Dame, ha ammesso davanti agli inquirenti che alcuni operai fumavano sulle impalcature, nonostante il divieto di farlo, ma assicurano che le sigarette non hanno niente a che fare con l’incendio. (Sarà vero?)
  • A quanto pare l’allarme antincendio ha funzionato regolarmente, ma la persona responsabile di verificare, è andata nell’area sbagliata e quindi ha pensato a un falso allarme.

E’ dunque sempre più certa la possibilità di una responsabilità umana, sia come negligenza (nel caso fosse stato causato da mozziconi di sigaretta non spenti) sia come errore, nel caso dell’addetto alla verifica dell’allarme antincendio. Quando è scattato il secondo allarme ormai era troppo tardi.


Credo di aver terminato questo lunghiiiiiiiiiiiissimo post! Spero non vi siate annoiati!
In caso di novità nelle indagini e nuovi sviluppi… cercherò di mantenerlo aggiornato.

Se vi va, come sempre, commentate, commentate, commentate!!
Un saluto a tutti, Ciao ciao!

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Autore: EleChicca

Italian. I like Japan, cats, fashion dolls, anime&manga, figure skating and a lot of other things, but, above all, I LOVE Yuzuru Hanyu! ??

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