Pubblicato il: 5 Marzo 2023 alle 0:20

3.11 Then and Now Part2: Il Great East Japan Earthquake negli anime

3.11 Then and Now part2


5 Marzo 2023
Sono passati esattamente due anni da quando pubblicai questo post e oggi, in attesa dell’anniversario del 3.11, lo ripropongo, così come gli altri 3 articoli della serie “3.11 Then and Now”.
I 10 anni di cui parlavo allora sono diventati 12 e altri ne passeranno, ma il ricordo di quella tragedia e il sostegno a quel popolo non sono cambiati e non cambieranno.

Oggi si torna a parlare del Great East Japan Earthquake, calamità che colpì il Giappone, per la precisione principalmente la regione del Tohoku, l’11 marzo 2011.
In questo secondo post di avvicinamento al decimo anniversario di quel tragico giorno si parlerà di anime. Eh sì, perché nel Giappone in cui anime e manga fanno parte integrante della cultura e della vita quotidiana non poteva mancare una produzione dedicata al triste evento.
3.11 Then and Now Part2: Il Great East Japan Earthquake negli anime.

Il primo di questa breve serie di post dedicati al decimo anniversario del 3.11 lo potete trovare QUI.

Vorrei parlarvi di uno speciale cortometraggio di animazione, realizzato per una campagna di sensibilizzazione promossa nel 2016, volta al supporto, alla ricostruzione e al sostegno della popolazione nelle aree colpite dalla tragedia del 2011, e con l’intento di trasmettere un messaggio di speranza.
Questa campagna, prodotta da NHK Sendai Broadcasting Station ed NHK Tohoku, prese il nome di “Daisuki Tohoku”「大好き♡東北」, “Ti amo, Tohoku”.

3.11 Then and Now part2
Tutti i diritti del logo appartengono a NHK

Questo cortometraggio della durata di circa 25 minuti fa parte di una delle iniziative promosse nel contesto di tale campagna.
E’ stato prodotto nel 2016 dallo studio Fukushima Gainax, con la direzione di Yoshinori Asao e il suo titolo è Omoi no Kakera 「想いのかけら」, ossia “Frammenti di ricordo/sentimento”.

Omoi no Kakera 3.11 Then and Now part2

QUESTA la pagina web ufficiale.

La protagonista, Hina, è una ragazzina di 13 anni che frequenta le scuole medie in una località portuale del Tohoku, fortemente colpita dallo tsunami del 2011.

Hina è una ragazza solare, vive con il padre in un container all’interno di uno stadio adibito a campo provvisorio per coloro che hanno perso le loro case e tenta di rendere la casetta e la vita il più “normale” e allegra possibile.
Il suo papà fa il pescatore e durante il giorno resta in mare, alzandosi al mattino molto presto.
Hina ha anche una grande passione, il pattinaggio di figura. La sua allenatrice è severa, ma le pattinatrici si sottopongono agli allenamenti e a sacrifici per rincorrere il loro sogno. Ecco quindi che si può rinunciare a qualche prelibatezza al ristorante, al pensiero di poter un giorno diventare come Yuzuru Hanyu.
Sì, seduta al tavolino di un locale insieme alle sue amiche Hina sogna a occhi aperti di essere una campionessa come Yuzu (ed eseguire con eleganza un perfetto salto, indossando il costume di SEIMEI)!

La vita non è facile, non lo è ricucire lo strappo con il passato, guarire la ferita che forse non si rimarginerà mai del tutto. Nella casa e nella piccola famiglia, infatti, c’è un’assenza “pesante”: la mamma, scomparsa in quel tragico evento.
Una sera, mentre sta facendo i compiti, Hina riceve la chiamata di una ex compagna di scuola, una sua grande amica negli anni delle elementari che però non vede ormai da tempo.
Il giorno successivo le due ragazze si recano assieme alla loro vecchia scuola elementare, ormai chiusa, in cui vengono raccolti e custoditi gli oggetti ritrovati tra le macerie e riportati dalle acque del mare, affinché i legittimi proprietari possano riprenderli e recuperare così un pezzo del loro passato, “Omoi no Kakera”, appunto… frammenti di ricordi.

3.11 Then and Now part2 tsunami anime omoi no kakera

La nostra Hina ritrova effettivamente un oggetto che le appartiene: un nastro verde.

3.11 Then and Now part2 tsunami anime omoi no kakera

Cosa sarà mai? Possibile che sia davvero suo? Eppure non ci sono dubbi, nel sacchetto c’è un biglietto con scritto che è proprio per lei.

3.11 Then and Now part2 tsunami anime omoi no kakera

Quello è solo un frammento, cui la ragazza non riesce però a collegare veri e propri ricordi e ciò la rattrista e la distrae nella sua vita quotidiana. Anche gli allenamenti sono un disastro e non fa altro che commettere errori fino a farsi male ad un ginocchio.

Il caso vuole che un giorno le venga recapitata a domicilio una busta contenente alcune foto, recuperate nel disastro ed accuratamente restaurate.
E Hina capisce….

3.11 Then and Now part2 tsunami anime omoi no kakera

Non vi voglio svelare altro, ho già “spoilerato” fin troppo!
Il mio consiglio è di guardarlo, perché è davvero commovente.

Questo è il video (mi scuso, è stato rimosso l’audio. Qualora trovassi una versione alternativa la inserirò prontamente).


Questo speciale animato ci consente di approfondire un tema molto importante, forse uno dei punti più delicati in questo genere di calamità.
Una delle cose più tremende da perdere, infatti, certo dopo i propri cari e le proprie abitazioni o luoghi di lavoro, per ovvi motivi, sono i ricordi.
Ci sono cose che restano impresse nella mente per sempre, a maggior ragione se la persona interessata è già abbastanza consapevole per poterle capire e ricordare; ancora di più i ricordi legati ad esperienze traumatiche. Tuttavia il ricordo tende a modificarsi, o farsi più sfocato con il tempo e in questo senso una delle cose più preziose che si abbiano per poterli mantenere vivi sono le foto o gli altri piccoli oggetti legati a persone, luoghi, accadimenti della propria vita.

Chi perde tutto a causa di un terremoto, chi vede sparire tutto tra le acque di uno tsunami o di un’alluvione, perde anche quei frammenti “fisici” che lo tengono aggrappato ai ricordi.

3.11 Then and Now
Screenshot tratto dal documentario “Koi”

Poter conservare, o ritrovare, un gioiello, un giocattolo, un vestito, un oggetto di uso quotidiano, o ancora di più una fotografia di un proprio caro ormai scomparso, per cause naturali o in un istante per un disastro imprevedibile, è quindi un ponte tra il presente e un passato che non c’è più, tra noi e quella persona che non possiamo più avere accanto, ma che ha fatto parte della nostra vita e che sempre vi avrà un posto importante.
Questo anime si focalizza proprio su questo aspetto così importante e così intimo, personale, delicato.

Non posso fare a meno di notare che un messaggio così sensibile e profondo venga veicolato tramite una dolcissima ragazzina (la voce della doppiatrice è veramente molto tenera) che vede in Yuzuru Hanyu il proprio idolo.
Sarà solo un caso?!

Ebbene, ho scoperto che nelle aree colpite dalla tragedia del Great East Japan Earthquake sono stati veramente aperti dei depositi di oggetti recuperati e di fotografie.

Nella cittadina di Karakuwa-cho una scuola ormai chiusa è stata utilizzata proprio per conservare le foto ritrovate e restaurate, affinché i proprietari possano andare a riprenderle.

3.11 Then and Now pictures omoi no kakera
小原木中学校 Screenshot tratto dal documentario “Koi”
Screenshot dal documentario
3.11 Then and Now
La scuola, indicata dal cerchietto giallo, si trova sulle colline prospicienti la zona costiera, che affaccia su un golfo con le banchine del porto.

QUESTO il sito web della scuola. 

Karakuwa-cho, che fa amministrativamente parte della città di Kesennuma, è situata nella prefettura di Miyagi, lungo la costa, e fu anch’essa colpita dallo tsunami.

Karakuwa-cho indicata dal cerchietto blu, a Nord di Sendai, indicata dal cerchietto rosso.

3.11 Then and Now part2

Se avete visto Omoi no Kakera, questo panorama non vi sembra molto simile a quello che vede Hina?
Ebbene sì, non è dato sapere se gli autori si siano ispirati ad una località ben precisa, ma è certo che moltissimi paesi costieri di quell’area del Tohoku siano molto simili a questo; si affacciano su piccoli golfi dotati di porti, per lo più per la pesca, e hanno alle spalle una zona collinare. 

Hina e la sua amica salgono le strade in salita per arrivare fino alla loro scuola elementare e al ritorno si affacciano al guard-rail, osservando il porto e il terreno desolato, in cui un tempo c’erano case e una normale cittadina e che  loro vedono ridotto ad un grande cantiere vuoto.

3.11 Then and Now part2

3.11 Then and Now part2

3.11 Then and Now part2


Quello di Karukawa-cho non è l’unico caso di questo tipo. Tante iniziative del genere sono nate in molte delle aree colpite dal sisma e tsunami del 3.11.

Ad esempio, un luogo in cui vengono conservate le fotografie recuperate si può trovare anche a Ishinomaki, che vedete indicato dal cerchietto blu nella cartina.
Qui è stato aperto un museo dei ricordi, potremmo definirlo così.

Ancora, un progetto di recupero fotografico che tra il 2011 e il 2012 è stato portato avanti a Yamamoto, altro centro della prefettura di Miyagi, contrassegnato dal cerchietto blu.
Come vedete, sono tutte località costiere della prefettura di Miyagi, in questo caso a Sud di Sendai.

A Yamamoto sono stati coinvolti dei volontari per pulire e recuperare le fotografie ritrovate sotto le macerie rimaste a terra dopo il terremoto e il terribile tsunami del 3.11.

Possiamo avere qualche informazione in merito su QUESTA pagina, da cui ho tratto le seguenti immagini.
Innanzitutto le fotografie sono state pulite, come secondo step si è proceduto a fotografarle creandone file digitali, che in un passaggio successivo sono stati ripuliti e migliorati grazie a dei filtri.
Purtroppo molte fotografie non erano più recuperabili, poiché la superficie era stata ormai corrosa dall’acqua salata.

3.11 Then and Now Yamamoto
Foto presa da shike.blog.jp

Le foto così riportate in vita sono state poi esposte come “frammenti di memoria”.

3.11 Then and Now
Foto presa da shike.blog.jp

Quello di Yamamoto è stato denominato “Lost & Found Project”.

Mentre quello che ha permesso alla piccola Hina di Omoi no Kakera di stringere tra le mani le sue preziose fotografie si chiama “Picture Restoration Project”.

Non è affatto strano che tanta attenzione, tanta passione e tanto impegno vengano dedicati al recupero dei “frammenti di memoria”, proprio perché essi sono di un’importanza fondamentale soprattutto dal punto di vista psicologico, più o meno conscio, di ognuno di noi, ciò che ci lega ai nostri affetti e al nostro passato.


A conclusione del post con cui ho tentato di affrontare un tema così intimo, niente è più adatto delle parole che lo stesso Yuzuru Hanyu ha speso a commento di questo cortometraggio, che ha visto in anteprima proprio per poter esprimere un suo pensiero nel contesto della campagna “Daisuki, Tohoku”.

 

Alla richiesta di un commento su Omoi no Kakera, Yuzuru risponde che il nastro che la madre ha dato alla protagonista gli ha lasciato un’impressione duratura, così come le scene in cui lei lo indossa. E’ un anime molto breve ma che fa riflettere su tante cose ogni volta che lo si guarda, e lui lo ha visto e rivisto più volte.

Dato che Hina è una pattinatrice in erba, segue poi un suo messaggio ai pattinatori che si allenano duramente.

Il pattinaggio di figura è molto difficile e spesso i propri sforzi non vengono premiati dai risultati. Quando lui era piccolo tante volte non vedeva miglioramenti dopo i lunghi allenamenti e c’erano momenti in cui voleva smettere e rinunciare.
Avendo vissuto queste difficoltà può quindi suggerire, anzi, chiedere, ai giovani pattinatori di non arrendersi e continuare a lavorare duramente, senza mai dimenticare di essere grati verso tutti coloro che li circondano e li sostengono.
Non importa che si dimostri a parole questa gratitudine, lo si può fare anche attraverso le proprie performance.
Il pattinaggio, dice Yuzu, è l’unico sport in cui attraverso la propria prestazione/esibizione si può trasmettere qualcosa che va oltre il risultato (e, aggiungo io, oltre l’adrenalina della competizione e l’ammirazione per il gesto tecnico), ossia gioia, speranza, energia.

Yuzu termina poi con un messaggio ai fans, ai quali si appella per continuare a ricordare gli sforzi e le sofferenze delle popolazioni nelle aree colpite dal sisma e tsunami, far conoscere quanto queste persone stiano facendo per ritornare alla loro vita e continuare a sostenerle, non necessariamente con la propria presenza fisica, ma anche con la vicinanza di pensiero. 

Con il supporto di tutti anche questa terra così duramente colpita potrà, un passetto alla volta, tornare rinata ai suoi abitanti. che vi sono così strettamente legati.

Grazie ad @Iron_Klaus per la traduzione.

Dopo le sagge e delicate parole di Yuzuru, non serve da parte mia aggiungere altro.
E’ giusto ricordare ogni anno questa tragedia (e non solo questa, ovviamente!), sia per il valore emotivo che essa ha in sé, sia perché deve servire come insegnamento ed esperienza per migliorare la sicurezza in futuro, sia, infine e soprattutto, perché gli strascichi di tale dramma sono presenti ancora oggi, la ricostruzione è ancora lontana dall’essere terminata, la rivalutazione e ripresa di quelle aree è ancora in corso e servono ancora tanti sforzi, tanto impegno e tanti soldi, per dare a quelle zone e ai suoi abitanti la possibilità di riprendere completamente in mano la propria vita. Un pensiero doveroso, inoltre, deve andare a tutte le vittime e alle loro famiglie.

Con sincero affetto, 

Elena


Come sempre, se vi va, lasciate un commento e soprattutto, in questi giorni, se scriverete un pensiero di solidarietà rivolto a Yuzuru e a tutto il Giappone, potrò farli tradurre e pubblicarli in Giapponese.

A prestissimo!



Autore: EleChicca

Italian. I like Japan, cats, fashion dolls, anime&manga, figure skating and a lot of other things, but, above all, I LOVE Yuzuru Hanyu! ??

2 pensieri riguardo “3.11 Then and Now Part2: Il Great East Japan Earthquake negli anime”

  1. Il mio messaggio per gli amici giapponesi è un sentimento che si compone di tante sfumature. Ho pensato a che strano destino ha quel paese, colpito durante la guerra da due distruzioni atomiche e nel 2011 da questo disastro per cause naturali. Ma la gente che ha vissuto tutto questo ha un bel l’insegnamento per tutti quelli che lo vogliono vedere : bisogna guardare sempre avanti! Sono preziosi il ricordo e la malinconia, ma dobbiamo scegliere di portare avanti le nostre vite nel migliore dei modi. Anche in onore di chi non può più farlo.

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