Pubblicato il: 8 Aprile 2023 alle 20:40

Buona Pasqua! Origini, storia e tradizioni di questa Festa




Buona Pasqua!
Il mio post di questa sera, dopo quasi un mese di apparente inattività sulle pagine del blog, è dedicato alla giornata festiva di domani e porta con sé i miei più sentiti Auguri a tutti voi.
Mi permetto di augurare Buona Pasqua a tutti i miei lettori, a prescindere dalla religione che professano e dal fatto che siano credenti o meno. Vi auguro Buona Pasqua in ogni senso, anche semplicemente intesa come una bella giornata di primavera, con tempo libero da trascorrere con i propri affetti nel relax e nel divertimento.

Approfitto di questa giornata di Festa per cercare di approfondire un po’ il tema della Pasqua, il significato o i significati di questa celebrazione, le tradizioni cui è legata, le sue origini e i suoi simboli.


La Pasqua, detta anche Pasqua di Resurrezione, è la Festività principale del Cristianesimo, ma anche nella religione ebraica si celebra la Pasqua, ovviamente con un significato diverso.
Noi partiremo però dalle sue origini, che sono ancora più antiche. Sì, perché la Pasqua ha chiari riferimenti a culti pagani relativi alla natura e alla rinascita della vegetazione in primavera.

Le Origini

Le antichissime origini di quella che oggi è conosciuta come Pasqua sono evidenti ancora ai nostri giorni nei suoi simboli più noti.
Primo fra tutti, l’uovo.

L’UOVO è simbolo di rinascita e un talismano di fertilità, perché racchiude in sé una nuova vita.
Nei paesi celtici del nord Europa, in passato, era tradizione far rotolare le uova dalla cima di una collina, in occasione della festa di “Beltaine”, che si teneva a maggio (Beltaine significa “fuoco luminoso”, la festa era dedicata al dio della luce e ogni rito di queste celebrazioni si svolgeva alla luce di grandi falò. Animali e persone attraversavano fuochi purificatori come buon auspicio per fortuna, salute, fertilità, benessere. Si danzava e si celebrava la fertilità degli uomini, degli animali e della vegetazione in un clima festoso). Questo movimento delle uova ricordava il moto del sole nel cielo e l’uovo in sé simboleggiava il sorgere del sole e il risveglio della natura in primavera.

Per i Cristiani questa simbologia è in seguito stata applicata ed interpretata in relazione alla morte e risurrezione di Gesù che, simboleggiando la Luce, dona agli uomini che credono in lui una nuova vita oltre la morte.

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Tipico Uovo di Pasqua, di cioccolato, di solito contenente una sorpresa
Buona Pasqua
Uova di Pasqua, in questo caso sono vere uova colorate e decorate

Anche i riferimenti al sole, quindi al fuoco, sono stati tradotti nel concetto della Luce di Cristo che dissipa le tenebre della morte, cui l’uomo era condannato dal peccato. Per i Cristiani la luce è rappresentata, nelle celebrazioni, dal Cero Pasquale.

Altro simbolo molto noto della Pasqua è il CONIGLIO. Esso deriva dalla germanica “Österhase” (lepre pasquale), animale rappresentante la fertilità (i conigli, si sa, si riproducono in abbondanza!) e accompagnava la divinità della primavera e dell’amore, chiamata Eostre (nome che ricorda la parola Easter, il termine inglese per indicare la Pasqua, appunto). 

Buona Pasqua
Coniglietti pasquali

Proseguiamo con un altro simbolo importantissimo della Pasqua: l’AGNELLO.
Gli antichi consideravano l’agnello un animale consacrato al dio della vegetazione, quindi alla natura, e si riteneva che cibarsi di un animale sacro permettesse di assorbire parte della sua divinità e che fosse un gesto di devozione verso il dio, quindi un sacrificio ed un rito a lui gradito.

Tale significato di animale sacrificale è stato poi ripreso dal Cristianesimo, che considera l’agnello un simbolo del Cristo immolatosi per la salvezza degli uomini, la sua morte sulla croce è come l’uccisione dell’agnello. Ancora oggi molti celebrano la Pasqua mangiando la carne d’agnello.

[NOTA: Con questo post non cerco di convincere nessuno sulla “giustezza” di idee religiose rispetto ad altre, né parlare delle mie convinzioni personali; mi sto semplicemente limitando a riportare in modo logico e organizzato informazioni raccolte durante le mie ricerche o imparate nel corso della vita.
Allo stesso modo, non intendo soffermarmi sull’opportunità o meno di mangiare l’agnello, o la carne di qualsiasi altro animale, non voglio entrare nella spinosa questione tra onnivori-vegetariani-vegani.
Sono della convinzione che materie come la religione, la politica o altre questioni etico-morali siano molto delicate ed estremamente personali e preferisco non discuterne nei miei post. Ciò non toglie che chiunque possa esprimere i suoi pareri nei commenti, ovviamente sempre nei limiti consentiti dalla buona educazione e dal rispetto reciproco]

L’agnello è uno dei simboli principali anche della Pasqua ebraica, ma con altro significato. Il popolo Ebreo che, guidato da Mosè, uscì dall’Egitto per raggiungere la Terra Promessa, prima della partenza si cibò, tra le altre cose
– ne parleremo dopo -, di carne d’agnello. Lo stesso Gesù, in quanto ebreo, celebrò la Pasqua Ebraica. 

Buona Pasqua
Agnello pasquale. A Pasqua è tradizione anche mangiare la carne d’agnello.

La Pasqua Ebraica

La Pasqua Ebraica, chiamata Pesach (da cui il nome Pasqua), celebra la liberazione del popolo ebraico dall’Egitto – dove era tenuto in schiavitù – ad opera di Dio e guidato da Mosè.

La parola ebraica “pesach” significa “passare oltre” e si riferisce al fatto che quando Dio lanciò l’ultima piaga sull’Egitto, comandò agli Ebrei di segnare con il sangue dell’agnello le porte in cui si trovavano. Questa piaga fu lo sterminio dei primogeniti maschi del popolo egiziano da parte del Signore, il quale però non colpì le case segnate con il sangue dell’agnello, passò oltre, appunto, risparmiando così il suo popolo.

“Passare oltre” si riferisce anche all’attraversamento del Mar Rosso da parte del popolo di Dio guidato da Mosè.

La Pasqua ebraica, chiamata anche Pasqua di Liberazione (mentre quella cristiana è detta Pasqua di Resurrezione) ricorda dunque la liberazione dalla schiavitù in Egitto e l’inizio di una nuova vita libera, verso la Terra Promessa, la Palestina.
La celebrazione della Pasqua dura 7 giorni, durante i quali gli ebrei consumavano i pasti restando in piedi, come pronti alla partenza (come in quella notte prima di uscire dall’Egitto), ancora oggi si mangia pane azzimo, ossia non lievitato (come prima della fuga dall’Egitto, perché non ci fu tempo, allora, per far lievitare il pane), carne d’agnello arrostita e con contorno di erbe amare: sedano, lattuga ed indivia, in ricordo dei tempi tristi, amari, della permanenza in terra d’Egitto. Si mangia anche un uovo sodo, che non avendo, nella sua forma tondeggiante, confini né spigoli, rappresenta l’infinito e la rinascita (ed ecco che anche qui ricorre il simbolo dell’uovo).

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Pasto tipico della Pasqua ebraica

Il Signore Dio scelse Mosè come tramite per agire e guidare il suo popolo verso la salvezza e la libertà. Mosè tentò di convincere il Faraone a liberare gli Ebrei e lasciarli partire, ma questi non cedette e così Dio operò con forza, lanciando contro l’Egitto, una dopo l’altra, dieci terribili piaghe, che prostrarono il popolo dominatore fino al punto che il Faraone li lasciò fuggire. Le piaghe furono, nell’ordine, tramutazione dell’acqua del Nilo in sangue, invasione di rane, di zanzare, di mosche, moria del bestiame, ulcere su uomini e animali, pioggia di fuoco e ghiaccio, invasione di cavallette, tenebre ed infine, morte dei primogeniti maschi.
Ammetto che non ero a conoscenza di tutte queste piaghe, credo che alcune di queste siano state aggiunte in riedizioni e dipendano da revisioni e traduzioni differenti.

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Ultima piaga d’Egitto. Gli ebrei segnarono l’architrave e gli stipiti delle porte delle case in cui si trovavano con sangue d’agnello, affinché Dio passasse oltre e risparmiasse i loro figli maschi primogeniti.

Il popolo d’Israele si preparò quindi in fretta per la partenza e si mise in cammino. Il Faraone, però, ci ripensò e decise di rincorrerli e bloccarli, in cerca di vendetta.
Arrivati sulle sponde del Mar Rosso, Mosè stese il bastone e le acque si ritirarono, lasciando un passaggio asciutto attraverso il quale tutta la popolazione ebraica riuscì a raggiungere la riva opposta.  Nel frattempo giunse al mare anche il Faraone con il suo esercito, ma, mentre si trovavano lungo quello stesso passaggio, le acque si richiusero sopra di loro annientandoli.  Il popolo di Dio si ritrovò così libero e al sicuro.

Mosè divise davvero il Mar Rosso, ci sono le prove scientifiche
Si aprono le acque del Mar Rosso

Il viaggio dall’Egitto alla Palestina durò ben 40 anni e fu ricco di difficoltà e debolezze nella fede degli uomini. Dio consegnò a Mosè, sul Monte Sinai, le tavole della Legge, i 10 Comandamenti, che restarono la legge fondamentale del Popolo d’Israele.

La Pasqua Cristiana

La Pasqua è il fulcro del credo cristiano, la solennità più importante. Nell’immaginario comune, spesso si considera erroneamente il Natale come la celebrazione principale, ma questo è dovuto – credo – al fatto che il periodo delle festività natalizie sia soffuso di un’atmosfera quasi magica, in un clima rigido che invita le famiglie a riunirsi in casa attorno ad un tavolo imbandito; per i bambini c’è Babbo Natale che porta i doni tanto attesi e tutto l’insieme risulta quindi più suggestivo. 

Come ho anticipato, non intendo qui parlare di convinzioni religiose, ma, e questa è una mia osservazione da Cristiana Cattolica quale sono: è evidente che si va sempre più perdendo la consapevolezza del significato religioso delle Feste, che è quello a cui si deve la loro stessa esistenza, mentre si tende a dare sempre più importanza a tutto il contorno fatto di pasti abbondanti, baldoria, regali e consumismo.  I genitori (sia chiaro, non voglio generalizzare!) danno sempre meno importanza al proprio credo religioso e lo trasmettono sempre meno ai figli, così di generazione in generazione si va perdendo la consapevolezza del senso “profondo” di queste solennità e si celebrano spesso come semplici occasioni per mangiare e divertirsi, godendo delle vacanze dalla scuola e dal lavoro.

Ecco che quindi il Natale appare più “appariscente”, con gli alberi, le illuminazioni e le decorazioni brillanti, i dolci, il cibo, il fascino di Babbo Natale e la tradizione di scambiarsi regali, le vetrine dei negozi addobbate a festa e invitanti come non mai. Pochi ormai fanno il Presepe in casa, pochi mettono Gesù Bambino nella mangiatoia nella notte di Natale, pochi vanno a Messa, nella notte o il mattino del 25 dicembre, ma ci si concentra sui festeggiamenti.

Lo stesso accade per Pasqua: ci si ricorda di comprare le uova di cioccolato, di preparare lauti pranzi per tutta la famiglia, colombe, coniglietti e, il lunedì di Pasqua, la grigliata all’aperto, ma pochi pensano a tutto ciò che questo in realtà significa e pochi vivono la Pasqua in chiesa, non solo quel giorno ma anche nei giorni precedenti.

Ebbene, se non consideriamo le celebrazioni religiose, i festeggiamenti “esteriori e superficiali” della Pasqua sono effettivamente inferiori a quelli del Natale, ecco spiegato il primato di quest’ultima celebrazione nella mente di tanti.

Dopo questa lunga parentesi, riprendiamo il filo del discorso. Dicevo che la Pasqua è la solennità più importante, il centro assoluto del credo cristiano. Il Natale, infatti, è funzionale alla Pasqua: Gesù si incarna e nasce dalla Vergine Maria proprio per poter salvare l’umanità dal peccato, con il suo sacrificio e la sua risurrezione.

La data della Pasqua varia di anno in anno e segue i cicli lunari. Si celebra infatti la domenica successiva al primo plenilunio di primavera.

Gesù, Figlio di Dio donato agli uomini, si sacrifica come vittima della violenza e del peccato dell’umanità, con la sua passione e morte in croce, per poi risorgere, il terzo giorno, aprendo così la via a tutti coloro che credono in Lui verso la vita eterna. Secondo il Cristianesimo, chi crede nella parola del Cristo Risorto, battezzandosi nel suo nome, si apre alla luce ed alla vita eterna, perché è liberato dal Peccato Originale.

La Pasqua cristiana è strettamente correlata a quella ebraica ed al tempo stesso se ne allontana, andando a costituire proprio il punto di “rottura” tra le due religioni. 

Gesù era ebreo e celebrava la Pasqua. Il giovedì in cui celebrò l’Ultima Cena in compagnia dei suoi dodici apostoli, si trovava in quel luogo proprio per celebrare la Pasqua, che sarebbe stata il sabato. Possiamo immaginare che abbia mangiato i tipici cibi di quella festività ebraica e seguito le celebrazioni, così come aveva fatto sin da bambino con i suoi genitori, i quali si recavano ogni anno a Gerusalemme per l’occasione.
Da quella cena ha inizio la Passione di Cristo, che avrebbe condotto alla sua morte.

I Cristiani celebrano la cosiddetta Settimana Santa:
la domenica precedente, detta Domenica delle Palme, si ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme.

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Gesù entra a Gerusalemme sul dorso di un asinello, festeggiato con rami di palma.

A partire dal Giovedì inizia quello che viene chiamato il Triduo Pasquale, gli ultimi tre giorni prima della risurrezione.

– Il Giovedì Santo si ricorda l’Ultima Cena, con la consacrazione del pane e del vino che diventano il suo corpo ed il suo sangue offerto per l’umanità, come segno della Nuova Alleanza tra l’uomo e Dio, e anche la cosiddetta lavanda dei piedi, un gesto simbolico con cui Gesù istruisce gli apostoli a proseguire secondo il suo esempio, farsi ultimi degli ultimi e servitori. 

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“L’Ultima Cena” di Leonardo da Vinci

– Il Venerdì Santo è il ricordo della morte di Gesù, non si celebra la Messa ma una liturgia in ricordo della sua passione e morte, e si ricordano le varie tappe della sua passione nella Via Crucis, il pomeriggio.

Buona Pasqua
Una delle Stazioni della Via Crucis

– Il Sabato Santo si tiene la Veglia Pasquale che termina, dopo la mezzanotte, e quindi già di Domenica, con la Santa Messa di celebrazione della Risurrezione del Signore. Le campane, a quel punto, vengono “slegate” – così si dice – e tornano a suonare a festa dopo tre giorni di silenzio. Durante la Veglia Pasquale vengono letti molti passi delle Sacre Scritture, a partire dalla Creazione fino a molti altri brani in cui si annuncia l’arrivo del Messia promesso da Dio, promessa che secondo i Cristiani si è realizzata con la nascita, morte e resurrezione di Gesù Cristo.

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Veglia Pasquale

– Infine, la Domenica, si celebra la Pasqua di risurrezione. Secondo i Vangeli, all’alba della domenica, la grossa pietra che chiudeva il sepolcro viene trovata spostata ed il sepolcro vuoto.

Dal Vangelo di Matteo: 
“Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Magdala e l’altra Maria andarono a visitare il sepolcro. Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie tremarono tramortite. L’angelo disse alle donne: «Non temete, voi. So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti e vi precede in Galilea, là lo vedrete», Ecco, io ve l’ho detto. “

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Le donne al Sepolcro

Dovrei approfondire molto di più, ci sarebbero citazioni interessanti dalle Sacre Scritture, ma non mi sembra il caso di entrare troppo nell’aspetto teologico e dottrinale, mi limito solo alle nozioni basilari, che penso possano interessare anche i non credenti.

Uno dei simboli della Pasqua Cristiana, oltre a quelli citati nella parte iniziale di questo post, è la Colomba (che è diventata anche un dolce).
Nell’Antico Testamento si narra che Noè, rifugiatosi sull’arca con la famiglia e gli animali in attesa che il diluvio universale terminasse, per tre volte fece uscire dall’arca una colomba. Quando, al terzo tentativo, essa tornò recando nel becco un rametto di ulivo, fu per Mosè il segnale che il diluvio era terminato e che le acque si stavano ritirando. Da allora l’ulivo e la colomba sono considerati simboli di pace, in quanto rappresentano il rinnovato accordo con Dio, il termine della sua collera e la sua bontà verso l’uomo. Ecco dunque che, per estensione, Gesù viene associato alla colomba.

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Colomba pasquale

E voi? Come celebrerete domani la Pasqua? Se ne avete voglia, scrivetelo nei commenti!!
Volete raccontare alcune tradizioni del vostro Paese, della vostra città o regione, oppure della vostra famiglia? 


Nella speranza che abbiate trovato qualche informazione interessante in questo post, vi faccio ancora Tanti Auguri di Buona Pasqua e vi aspetto al prossimo post.
Ciao ciao!



Autore: EleChicca

Italian. I like Japan, cats, fashion dolls, anime&manga, figure skating and a lot of other things, but, above all, I LOVE Yuzuru Hanyu! ??

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